Se li guardi negli occhi, i migranti appena sbarcati dalla Ocean Viking, la realtà ti appare sotto un’altra prospettiva. La politica europea sulla re-distribuzione dei richiedenti asilo passa in secondo piano. Le polemiche sui porti, e il decreto Migranti, che pure determinano la possibilità concreta di salvare migranti in mare, sono echi lontani. Lì al terminal di Porto Corsini, dove la mattina del 31 dicembre la nave dell’ong Sos Mediterranée ha portato il suo carico, vedi solamente loro: persone, con il loro carico di umanità e speranza, gli occhi terrorizzati dalla traversata in mare, con addosso i segni della paura e tutta la vita racchiusa in un sacco di plastica azzurra.
Il personale dell’Ausl e della Croce Rossa li accoglie così: prendendo in braccio un bimbo appena nato, cullandolo, facendo ballare sulla passerella i più grandi, trovando per loro delle scarpe, accompagnando per mano le donne affaticate, coprendo con le ormai “famose” coperte dorate, gli uomini.
Secondo i dati di Sos Mediterranée, arrivano dalla Costa d’Avorio (38), dalla Nigeria (18) e dal Camerun (14), 12 dalla Guinea, 11 dal Mali, e poi dal Benin, Gambia e Pakistan. 67 sono adulti, 38 hanno tra i cinque e i 17 anni, poi ci sono otto bambini con meno di quattro anni e uno è nato durante la traversata dalla Libia. 35 sono minori non accompagnati e per ora saranno accolti a Ravenna, dal Villaggio del Fanciullo e, se necessario, anche in altre strutture. Gli altri verranno redistribuiti nei centri Cas della Regione Secondo il medico di bordo, tutte le donne avrebbero subito violenza, probabilmente nei centri di detenzione libica, una è incinta e suo figlio nascerà con tutta probabilità all’ospedale di Ravenna nei prossimi giorni.
Le condizioni di salute a bordo della nave erano, tutto sommato, buone: molti hanno la scabbia, alcuni tubercolosi e malaria, ma sono quattro i migranti che hanno le condizioni di salute più preoccupanti che sono stati presi in carico dall’Ausl.
Per gli altri, l’iter è quello coordinato e programmato dalla Prefettura: prima il tampone covid-19, poi un ulteriore screening sanitario in seguito al quale a tutti verrà dato un pasto caldo grazie a Croce Rossa e Caritas. Quando si saranno rifocillati, toccherà alla Questura procedere con il fotosegnalamento. Le operazioni, nel grande tendone sulla banchina del Terminal passeggeri, proseguiranno fino a tarda sera.
Daniela Verlicchi
Foto Giampiero Corelli