Ogni atleta di qualsiasi sport non è un robot, né una macchina perfetta, anche il pìù grande campione di qualunque sport che abbiamo ammirato nella storia ,aveva dei limiti. L’ allenamento costante nel tempo riduce i nostri limiti, in alcuni casi li elimina, ma non tutti. Alcuni sono strutturali e rimangono per sempre (per fortuna). I difetti fisici, morali, intellettuali che abitano in ogni atleta se riconosciuti e assunti con maturità e intelligenza, non solo non ci impediscono di crescere come uomo o donna, ma ci  rendono più veri e autentici, in una parola più umani davanti a tutti.

Questa condizione appena descritta è l’ unica spinta che ci permette di migliorare, perché per migliorare bisogna desiderarlo. Per capire questo” concetto sportivo“ ci viene in aiuto la figura di Zaccheo, personaggio di cui abbiamo letto la vicenda in questi giorni  nel Vangelo. Possiamo affermare al di là dello sport che un  aspetto dell’umanità di tutti è “il desiderio”. Zaccheo non si muove in quanto ricco o per difendere un ruolo. Si muove per il suo “desiderio” di vedere Gesù. Un uomo che desidera è un uomo vivo, che non sta fermo, che cerca, cammina, rischia, sceglie. Come è prezioso il “desiderio” nella nostra vita! Resta preziosa la domanda: “E io, oggi, cosa desidero? Quando gioco o mi alleno qual è il mio desiderio più grande in quel momento? Osserviamo allora cosa fa Zaccheo. “Corse avanti”, cioè intuisce che può andare oltre la folla e “salì su un sicomoro”, un albero, come se fosse un bambino che gioca, dopo aver calcolato dove sarebbe passato Gesù. Zaccheo supera i propri limiti, fa un profondo lavoro interiore che lo porta all’azione, intelligente e creativa, in definitiva applica tutti gli elementi fondanti tipici dello sport che rendono la persona piu capace, più attenta, più pronta. Infatti ha preso atto del suo desiderio e della sua situazione, ha visto le risorse a disposizione, ha formulato una ipotesi di soluzione, e ha agito. Il suo desiderio ha mosso la sua intelligenza, la sua creatività, la sua responsabilità e con coraggio ha fatto una scelta. E tutto questo non sono le stesse azioni da compiere per diventare anche un campione nella vita e nello sport?

Giacomo Abate Responsabile Formazione CSI Emilia–Romagna e Faenza