Fede e impegno politico che si alimentano a vicenda. E’ quanto emerge dal volume Caro Zaccagnini… Lettere scelte a un credente prestato alla politica”, a cura di Aldo Preda con testi di vari autori che testimoniano la stima per l’onorevole Zaccagnini, il suo partecipare alla tessitura della democrazia repubblicana, senza pregiudizi nei confronti delle persone, ma senza cedere di fronte alle esigenze fondative della “verità”. La presentazione del volume, a cura del Centro Studi Donati, con Acli, Riunione Cattolica Torricelli, Mcl Faenza e con il contributo de La Bcc, si è svolta a Faenza venerdì 30 dicembre nel salone della Riunione Cattolica Torricelli. L’evento è stato aperto dai saluti del vescovo, monsignor Mario Toso, del sindaco Massimo Isola e di Giacomo Severi (La Bcc). Sono seguiti poi gli interventi del cardinale Gualtiero Bassetti e dell’onorevole Giuseppe Matulli. Le conclusioni sono state affidate al curatore del volume Aldo Preda.
L’intervento del vescovo Mario
“Ricordo che qualche anno fa – ha detto nel suo intervento il vescovo – ebbi l’opportunità di essere presente nella sala del consiglio comunale di questa città in cui si presentava il volume Benigno Zaccagnini: Le radici della speranza (a cura di Aldo Preda, Studium 2019). Ricordo di avere detto allora che si può essere politici dell’oltre e della speranza, come Benigno Zaccagnini, quando la propria fede – accolta, celebrata, testimoniata – aiuta ad apprezzare e a radicare sempre più l’appartenenza primaria della propria esistenza a Cristo risorto e al suo Regno, rispetto ad altre appartenenze, reali sì, ma meno rilevanti per il proprio destino umano e trascendente. È così che l’ispirazione cristiana «struttura» e modella autentici riformatori, che sono tali perché in possesso di un’anima «rivoluzionaria», derivante dal Vangelo”.
“Per l’ex Segretario della Dc – ha proseguito monsignor Toso – l’ispirazione cristiana è il nutrimento e l’orizzonte spirituale che alimenta e configura la vocazione politica del credente, la sua moralità. È proprio questo che dev’essere riscoperto oggi. Mediante anche l’ausilio di una nuova evangelizzazione e di una catechesi che indica la dimensione sociale della fede e educa a essa. Non si deve, dunque, nascondere la propria fede cristiana o metterla tra parentesi. Non si deve pensare di formare le nuove generazioni organizzando la loro preparazione senza investire sulla loro coscienza cristiana. Chi non coltiva la propria fede è meno capace di umanizzazione, meno atto ad un dialogo fecondo e costruttivo, universale, aperto a tutti. Solo chi possiede una fede robusta, ben formata, è capace di affermare la propria verità e, nello stesso tempo, di cercare con sincerità e rispetto quella verità che è inscritta – affermava Zaccagnini – nell’intelligenza e nella passione politica altrui”.
“Nel 1979 – ha concluso il vescovo – don Fuschini scriveva su «Il Resto del Carlino» che l’arcivescovo Lega disse a Zaccagnini: «Begnino, il cristiano non fa mai politica: fa cristianesimo anche a Montecitorio…». Non so quanti di noi oggi sarebbero in grado di spiegare correttamente simili parole. Non so neanche quanti sacerdoti e vescovi si rivolgano ai credenti sollecitandoli a impegnarsi in politica, previa preparazione. Quello che personalmente mi auguro è che giunga quanto prima il tempo in cui ci siano nei parlamenti persone come Zaccagnini, il quale grazie alla sua ispirazione cristiana sapeva vivere una laicità solida e aperta”.