“Inaccettabile”. Non usa giri di parole il segretario della Cisl Romagna, Francesco Marinelli, per definire l’atteggiamento del governo guidato da Giorgia Meloni sulla questione migranti. “Parliamo di numeri esegui per il nostro Paese”, aggiunge il segretario che snocciola cifre: nel 2021 oltre un milione e 200 mila rifugiati in Germania e 190 mila richiedenti asilo. In Francia 500 mila rifugiati e 120 mila richiedenti. In Italia 144 mila rifugiati e 53 mila richiedenti asilo. “Abbiamo il dovere di parlare del valore della vita e delle persone – prosegue durante l’incontro avvenuto ieri nella sede cesenate del sindacato. Sede da cui guida tutta la Romagna, dopo la fusione avvenuta nel 2013 -. Oggi invece si preferisce parlare alla pancia della gente, per slogan. Il pericolo del populismo è evidente”.
Intervista a Francesco Marinelli
Segretario, parliamo di un tema a voi caro, il lavoro.
Viviamo situazioni di grandi difficoltà, sia nel Paese che a livello locale. E questo vale per i lavoratori dipendenti, per i pensionati e per le imprese. La guerra russo-ucraina e il conseguente caro bollette, e ora l’inflazione, hanno creato una dinamica iniqua che pesa sulle fasce più deboli della popolazione con un aumento delle diseguaglianze. Non si intravede, al momento, un termine per questa fase difficile. I rialzi nelle materie prime, l’energia e l’inflazione al 12% hanno eroso stipendi e pensioni. Per non parlare di quel che accade con la speculazione.
Cosa nota lei?
Vado a fare la spesa e vedo prezzi che non hanno ragione di esistere. Come sindacato abbiamo chiesto misure contro il caro energia e di mettere sotto controllo i prezzi. Abbiamo anche chiesto di tagliare l’Iva sui beni di prima necessità.
Sono sufficienti le norme inserite nel decreto Aiuti quater?
Per noi non sono sufficienti. La scadenza della Legge di bilancio ci servirà per capire le misure che il governo vuole mettere in campo. Col governo occorre riprendere il confronto su lavoro, fisco, previdenza e precarietà. Domandiamoci: cosa siamo capaci di offrire ai nostri giovani? Rischiamo la demagogia. L’80 per cento viene assunto a tempo determinato. Il tema di fondo è la precarietà. Chiediamo di incentivare chi stabilizza i lavoratori. Dire che non si trova nessuno per certi tipi di lavoro cosa significa? Che tipo di occupazione si offre? Nel nostro territorio non esiste che non si vada a lavorare perché c’è il reddito di cittadinanza. Questa è una leggenda metropolitana. La vera questione è questa: l’offerta di lavoro non è adeguata. Ciò inibisce l’accesso al mondo del lavoro da parte dei giovani. Poi diventa difficile formare una famiglia e mettere al mondo dei figli. Su questi temi, quali scelte intende fare il governo lo vedremo presto.
Il settore del turismo, per fare un esempio, lamenta la mancanza di lavoratori…
Dal turismo e dai comparti assimilabili non arrivano offerte adeguate. Occorre puntare su formazione e istruzione. Servono nuove professionalità per cogliere le esigenze delle imprese.
Marinelli, questione riforme da mettere in campo?
Siamo un Paese che fa riforme spot. Questione fiscale, ad esempio. Occorre dare maggiore respiro alle fasce più deboli per are ripartire i consumi interni. Non condividiamo la flat tax. Bisogna aiutare chi ha sempre pagato e tenere presente il principio della progressività contenuto nella Costituzione. Ci vuole anche una lotta molto forte all’evasione fiscale per recuperare una quantità enorme di tasse non versate.
Che ne dite dell’aumento del limite di utilizzo del contante?
È incomprensibile. Non è stato un grande esordio per il governo. Va nella direzione opposta rispetto a quanto noi domandiamo. È un elemento di criticità molto forte. Un fisco più equo è un fatto di giustizia. Ci vuole coraggio. Chiederemo al governo un confronto duraturo e a tutto campo. Il confronto non può avvenire sui giornali. La riforma previdenziale deve dare risposte certe ai lavoratori. Noi siamo per incentivare l’uscita volontaria a partire dai oppure con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Poi occorrono pensioni di garanzia per i giovani e le donne. Ai livelli di oggi, un giovane andrà in pensione con il 50 per cento della retribuzione media.
C’è anche la partita sanità…
Su questo versante siamo molto preoccupati. Prima medici e infermieri sono stati definiti eroi, poi la sanità è scomparsa dalla campagna elettorale. La sanità di qualità costa e su di essa occorre destinare maggiori risorse. Ci vuole un forte investimento sul personale. Abbiamo professionisti di altissimo livello. Chi lavora in prima linea va valorizzato.
In ambito Romagna, qual è uno dei temi che vi sta più a cuore?
Quello della casa, di cui si parla poco. Invece sarà rilevante per i prossimi anni. Ci vogliono aiuti per gli affitti. Abbiamo tante situazioni di difficoltà. In tanti si rivolgono ai nostri sportelli chiedendo: pago la bolletta o l’affitto? Abbiamo affitti troppo alti, nonostante tante case in vendita. E sono alti anche per chi lavora.
Che fare, quindi?
Chiediamo il rafforzamento dei Servizi sociali, invece, aumentano le difficoltà e diminuiscono le risorse. Non possiamo permetterci il taglio sul sociale. Dobbiamo conservare la coesione sociale, tratto caratteristico del nostro territorio. Non ci possiamo permettere di perderla. Siamo chiamati a lavorare tutti insieme, senza lasciare indietro nessuno. Oggi la crisi picchia forte anche nella nostra regione.
Il Reddito di cittadinanza è da rivedere?
Abbiamo oltre cinque milioni di poveri, lo indicano le statistiche. Una misura per combattere la povertà ci vuole. Non si può fare a meno del Reddito di cittadinanza. Va migliorato, ma occorre guardare la realtà per quella che è e costruire delle proposte praticabili.
Francesco Zanotti