Sono passati 51 anni e 6 mesi da quella foto scattata nel cortile della scuola elementare Tolosano di Faenza nel maggio del 1971, al termine del quinto anno delle elementari, a conclusione di quel periodo formativo e cruciale nella vita di ogni bambino, in cui si considerava la scuola, i compagni e la maestra come una seconda famiglia condivisa per alcuni anni, fianco a fianco. Poi, ognuno di quei bambini ha preso strade diverse e ha avuto destini diversi, chi più e chi meno fortunati, chi più agiato, chi più difficoltoso. Ma un filo invisibile è sempre rimasto a legare quei compagni di classe. E così, a uno di loro è venuta l’idea di tentare l’ardua impresa di provare a rintracciare e radunare quegli stessi compagni per festeggiare il 50° anniversario da quella foto, ma poi ci si è messo di mezzo il Covid e il tutto è stato rimandato di un anno. Dopo un periodo di ricerche degne della migliore serie di CSI, tra social, telefonate, passa parola e ricerche porta a porta, si è riusciti a rintracciare praticamente tutti i componenti della foto tranne ovviamente quelli più sfortunati che ci hanno lasciato e la maestra. A lei soprattutto e ai compagni scomparsi è andato un caloroso saluto di tutti i compagni presenti alla serata.
Tra gli ex alunni, anche lo scrittore Carlo Lucarelli e l’atleta Saverio Gellini
Alcuni di loro si erano tenuti in contatto negli anni, altri si erano incrociati per caso, altri ancora si erano proprio persi di vista. La cena organizzata, è stata quindi l’occasione per raccontarsi, conoscersi e curiosare su ciò che ognuno di loro ha combinato in 50 anni, in un’atmosfera gioiosa e spensierata, tra aneddoti e ricordi sbiaditi. E tra di loro erano presenti anche alcuni volti noti, come lo scrittore Carlo Lucarelli e l’atleta Saverio Gellini, campione italiano nei 400 metri a ostacoli.Così facendo, quel filo invisibile che li legava, si è consolidato nuovamente e l’augurio a fine serata, si sono ritrovati venerdì scorso in un noto locale di Faenza, è stato quello di potere ripetere l’esperienza, possibilmente senza aspettare altri 50 anni.
Gabriele Garavini