Spazi di crescita e formazione. Sono tanti i contesti educativi che cercano di creare luoghi di aggregazione per i più giovani che non siano solo per passare il tempo, ma pongano attenzione alla persona nella sua integralità. Un ruolo importante è quello giocato dallo scoutismo. In occasione dell’assemblea di zona Ravenna-Faenza che avrà luogo al Circolo di Fognano il 27 novembre e che vedrà presenti tutti i capi scout del territorio, abbiamo approfondito il ruolo educativo dell’Agesci nella crescita dei bambini e dei ragazzi con Francesco Bentini, responsabile di zona.

“Gioco, natura e strada: ripartiamo da qui”

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L’uscita per i capi squadriglia della Zona Ravenna-Faenza che si è svolta a inizio novembre a Rocca delle Caminate a Forlì

Quali sono i principali temi che verranno trattati nell’assemblea del 27 novembre?

Proseguiremo nel solco tracciato dal progetto di zona dell’anno scorso che cerca di guidare e supportare le attività dei nostri 14 gruppi. L’obiettivo dell’anno scorso era quello di curare le relazioni tra noi capi perché avessimo relazioni più significative con i nostri ragazzi. La frase guida del Progetto di zona che ci guiderà in questo triennio è la frase del Vangelo Fa’ nuove tutte le cose proprio per ricordarci che in questo periodo post-pandemia non dobbiamo solo rimettere insieme i cocci, ma ripartire con un’energia rinnovata. Condivideremo anche l’apertura di tre nuove unità: un cerchio di Coccinelle a Val di Lamone, un branco di lupetti e un nuovo reparto. Sarà ospite Daniela Dallari, responsabile regionale Agesci per metterci in ascolto su più piani.
Nel pomeriggio terremo laboratori formativi ed educativi.

Oggi più che mai i ragazzi hanno bisogno di punti di riferimento e di occasioni di incontro. Qual è il tuo punto di vista sulla questione e quali sono le fragilità che il mondo scout riesce a intercettare meglio?

Il nostro metodo si basa su una certezza, l’intuizione di Baden Powell: la natura educa, la strada educa, il gioco educa. Tutto ciò però sempre e solo se le esperienze che si vivono sono esperienze autentiche di relazione e cioè se ci sono adulti coraggiosi che rendono i ragazzi protagonisti. È un compito grandissimo per un giovane adulto. Non credo che l’Agesci intercetti delle fragilità particolari, ma aiuta a rileggerle. L’Agesci non si basa sull’autoanalisi dei propri lati d’ombra, ma permette a ogni ragazzo e bambino di scoprire quali sono i propri doni, i propri sogni e come perseguirli per trasformarli in progetti di vita.

Qual è secondo te il bisogno più grande dei ragazzi di oggi?

Il loro più grande bisogno, che è anche quello degli adulti, è quello di riconciliarsi con il ritmo del Creato, trovare uno spazio di pace e speranza in cui esser voluti bene ed essere resi significativi. Da questo amore ricevuto poi sporcarsi le mani, costruire il proprio futuro. Quindi serve creare delle comunità accoglienti in cui si generi questo calore.

In Agesci mancano capi formatori, vanno trovate soluzioni

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A Brisighella sono approdate le coccinelle del cerchio “Sorella luna”

Al festival Educere hai evidenziato come, in Agesci, manchino i formatori per capi, essenziali per garantire una buona qualità di servizio. Come mai si verifica questo?

È un problema associativo, ma anche generazionale. Da un lato ci sono gli adulti che delegano il compito educativo ad altri, le famiglie sono già oberate. C’è la percezione che per far parte dell’Agesci serva avere a disposizione un tempo che chiunque abbia superato i 28 anni non abbia più a disposizione e in parte questo è vero perché l’associazione è diventata iper strutturata proprio per lavorare in modo capillare e omogeneo. Stiamo cercando per questo di limarla perché si possa creare una rete educativa più vasta che possa includere adulti formatori, giovani educatori, persone che facciano da testimonianza. Stiamo ricevendo riscontri positivi: sono tanti gli adulti, in particolare i genitori, che vogliano trovare tempo per spendersi.

Importante è di certo avere anche dei luoghi di incontro. A questo proposito, a che punto sono i lavori della casa Il Bagno a Tredozio?

La casa sarà terminata alla fine di quest’anno e dall’inizio del prossimo anno sarà disponibile per chiunque volesse prenotarla. Siamo contenti che i lavori siano stati fatti dagli stessi ragazzi dei clan: in questa fatica vediamo la bellezza di qualcosa che si costruisce insieme. Sarà destinata ad attività scout, ma anche a chiunque faccia educazione o voglia vivere le bellezze del territorio.

Letizia Di Deco