Putin, questa mattina, nel suo discorso in tv, ha dichiarato una mobilitazione parziale in Russia, con il richiamo dei militari della riserva. I territori dell’Ucraina che hanno annunciato il referendum per l’adesione alla Russia “hanno il sostegno” di Mosca, ha aggiunto Putin. “Nella sua aggressiva politica anti-russa, l’Occidente ha superato ogni limite”, ha detto il presidente russo, specificando che userà “tutti i mezzi a nostra disposizione” e che coloro che stanno cercando di usare il ricatto nucleare contro la Russia scopriranno che le carte in tavola possono essere rivoltate contro di loro. “Non sto bluffando”, ha aggiunto. Le parole sono riportate dal sito www.ansa.it.
Monsignor Paolo Pezzi è arcivescovo di Mosca, originario della nostra Diocesi di Faenza-Modigliana
“È una situazione che non lascia tranquilli”. Interpellato sulle parole pronunciate questa mattina dal presidente russo Vladimir Putin, l’arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi russi, monsignor Paolo Pezzi, non nasconde preoccupazione. E aggiunge: “Per me è difficile dire perché si è arrivati a questo punto. Secondo la Russia e secondo quanto si legge sui media locali, è per un allargamento del conflitto che coinvolge tutta la Nato. La pace, purtroppo, sembra allontanarsi. Penso che la strada sia quella indicata da papa Francesco. E cioè quella di cercare di mantenere sempre dei canali aperti, di non chiudere mai. Senza negare come stanno le cose ma allo stesso tempo senza chiudere mai. Per me questa resta la via più fattibile”.
Le parole del presidente Putin sono state molto chiare e puntuali affrontando e ribadendo nel suo discorso tutti i punti nodali della sua operazione in Ucraina. “La Russia in questo modo rischia di isolarsi, certamente”, osserva da Mosca l’arcivescovo Pezzi. “Ma non mi sembra che questo oggi sia il problema principale. Mi sembra che il problema principale sia quello di trovare una via di uscita che non faccia sentire nessuno sconfitto. Ma proprio questa è la difficoltà più grossa”, ammette l’arcivescovo, “perché è possibile questo, cioè uscire da una situazione di crisi senza nessun sconfitto, solamente con un sacrificio di sé. Mi sembra oggettivamente difficile che qualcuno sia disposto a fare il primo passo. Quindi occorre continuare a insistere su passi creativi, come dice Francesco, per imboccare nuove strade per un cammino di pace”.
A guida della piccola comunità cattolica in Russia, monsignor Pezzi assicura: “In concreto, qui, la Chiesa cattolica sta cercando di muoversi in questa direzione, cioè di partire non da uno stato d’animo sconsolato perché le cose degenerano ma partire invece dal riconoscimento di quelle testimonianze di amicizia e di pace che comunque riscontriamo soprattutto tra i fedeli. E in secondo luogo la umile e semplice proposta di questa via”.
Fonte: Sir