Inaugura venerdì 5 agosto alle 18.30 al Monastero di Camaldoli (Arezzo), Sacred Forest, una personale di Giorgia Severi a cura di Giovanni Gardini, vide direttore del Museo Diocesano di Faenza. La mostra si inserisce all’interno di un prezioso dialogo tra il Monastero di Camaldoli e gli artisti che negli anni ha visto esporre importanti nomi del panorama nazionale e internazionale. Il progetto di Giorgia Severi, una ricerca maturata nel corso degli ultimi due anni, prende avvio da un passo tratto dal Libro della Regola Eremitica nel quale le virtù della vita monastica sono paragonate a sette alberi: il cedro, l’acacia, il mirto, l’olivo, l’abete, l’olmo e il bosso. La Severi, rileggendo questa profonda intuizione spirituale, ha esaminato i sette alberi tramite lo sguardo della sua intensa ricerca artistica da sempre attenta alle tematiche ambientali, ai paesaggi antropici e ai cambiamenti climatici in corso. Immergendosi nella foresta di Camaldoli si è accostata ad essi e ne ha pazientemente indagato la texture dei tronchi, semplificandone le forme o estraendone l’essenza fino a restituirne una visione quanto mai inedita e silenziosa.

La mostra, che è stata resa possibile grazie al generoso contributo di Aboca, sarà visitabile dal 5 agosto al 16 ottobre 2022 nella Cappella dello Spirito Santo, nel primo chiostro del Monastero di Camadoli. Ingresso libero.

La ricerca dell’artista sui paesaggi che vanno scomparendo

All’inaugurazione saranno presenti l’artista, don Matteo Ferrari monaco di Camaldoli e il curatore Giovanni Gardini. Giorgia Severi, artista multimediale italiana, nella sua ricerca si occupa di ambiente e paesaggio. Il suo lavoro si basa sull’archiviazione di paesaggi che vanno scomparendo o modificandosi velocemente per azione antropica, geologica e climatica e si rivolge ad ambienti naturali così come alle pratiche culturali legate al luogo stesso. I soggetti della sua ricerca sono: scioglimento dei ghiacciai, deforestazione, surriscaldamento terrestre, cambiamenti climatici, contaminazioni ambientali, specie invasive e in via di estinzione, tradizioni locali legate alla natura e paesaggi politici.

I progetti includono ricerche scientifiche in campo così come lo studio di aspetti storici che si stanno perdendo appartenenti ai paesaggi in questione. Giorgia Severi lavora con scultura, installazioni, disegno e pittura, video e sound field recordings operando e lavorando in situ dove avviene la parte più importante di produzione dei progetti. Le opere su carta e tela spesso di grandi dimensioni, cercano di includere lo spettatore nell’installazione percettiva dello spazio in cui il concetto di paesaggio non sia quello contemplativo, ma quello inclusivo. 

Tra le principali mostre degli ultimi anni si segnalano: GALLERIA LA SALITA MADEIRA/ MUSE MUSEUM TRENTO/ GALLERIA STUDIO LA CITTÀ VERONA/ 56° BIENNALE DI VENEZIA/ MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA CAI TORINO/ MUSEO DIOCESANO FAENZA/ ARTEFIERA/ ARTVERONA/ GALLERIA MARCOLINI/ M. CONTEMPORARY GALLERY SYDNEY/ IIC SYDNEY/ GASC MUSEO ARTE SACRA MILANO/ CASA TESTORI MILANO