Quattro settimane a Russi, in provincia di Ravenna, non sono bastate per imparare l’Italiano e acclimatarsi. Olena, con i piccoli Anghelina e Benjamin, ha deciso di rientrare a Kiev. Aveva domicilio presso la zia Alla, in Italia da alcuni anni. Qua erano al sicuro rispetto alle bombe, ma in patria c’era suo marito, costretto a essere sempre pronto per la difesa del Paese. E ora è tornata da lui, e forse il piccolino si calmerà. Qua infatti, Benjamin ha dato idea di trovarsi bene a tavola con ogni sorta di pietanza, ma coi suoi due anni dava anche l’idea di soffrire la lontananza del babbo e cercava di sopperirvi con un maggior attaccamento alla mamma.
Se sarà possibile, usciranno dalla capitale per raggiungere alcuni parenti in campagna. Ma ora la vita è dura. Il babbo non lavora. Temendo il peggio erano arrivati in Italia con poche cose e la zia, al di là dell’alloggio, non poteva fare molto di più. Ma la Caritas parrocchiale di Russi si è subito attivata, anche con una rete di piccoli fornitori per sei uova, oppure insalata o frutta di stagione, o qualche prodotto da supermercati o negozi locali. Ogni volta, alla consegna, non hanno smesso di esprimere la meraviglia per questa catena di solidarietà. Anche alla cena di saluto (foto). Don Pietro ha dato loro un’immagine della Madonna dei Sette dolori con gli auguri di buon rientro.
Giulio Donati