Don Antonio Baldassari, tornato il 6 luglio scorso alla Casa del Padre, ha vissuto tutta la sua esperienza di parroco a San Biagio. Ha legato la sua vita a quel popolo, a quella terra, ma non ha fatto solo questo e noi, volontari alla Residenza “Il Fontanone” di Faenza, desideriamo raccontare quello che ha operato per gli anziani della casa. Dopo la morte di don Gino, per alcuni anni sono rimaste le suore della Carità e la Messa è stata garantita quotidianamente. Quando, dopo alcuni anni, anche le suore sono andate via, don Angelo Bosi ci disse che, senza l’aiuto delle suore, la Messa quotidiana diventava difficile.

La celebrazione quotidiana della Messa era per noi un momento fondamentale: avevamo visto negli anni tanti anziani, soli, malati, disabili, trovare in quell’appuntamento quotidiano la forza di “andare avanti” con serenità, di sopportare, accettare tante sofferenze, di essere di aiuto con la loro preghiera a tanti. Dicemmo a don Angelo che noi potevamo prendere il posto delle suore nella cura della liturgia, purché lui trovasse un sacerdote. Così arrivò don Antonio. Ci disse che alla Messa quotidiana in una parrocchia piccola non partecipava più quasi nessuno ed era contento di avere persone con cui celebrare.

Don Antonio per circa quindici anni è venuto tutti i giorni feriali da san Biagio, per celebrare la Messa alle 9. Solo la neve nelle strade o le malattie serie lo potevano fermare. Non sempre avevamo l’offerta, ma non era un problema. Il suo dono era gratuito. Era contento di avere qualcuno a cui parlare, nelle omelie, dei santi, soprattutto dei Padri della Chiesa, delle grandi figure dei primi tempi del cristianesimo e, quando gli facevamo notare che forse gli anziani non riuscivano a seguirlo nei racconti sulle lotte alle varie eresie o nelle vicende avventurose dei primi missionari, ci diceva: «Io parlo per voi volontari!» E con noi si fermava volentieri a parlare delle vicende della Chiesa, preoccupato soprattutto della scarsità dei sacerdoti. Troverete qualcuno, quando io non ce la farò più? Siamo grati a don Antonio perchè ha capito quanto è importante l’Eucaristia per i malati, gli anziani, anche per quelli che sembrano non capire più.

Lo ringraziamo a nome di tutti i volontari che si sono succeduti in questi anni e a nome degli anziani, anche se pensiamo che con la maggior parte si sia già incontrato e lo abbiano già ringraziato.

Angela Bentivogli
Maria Graziani
Gabriella Reggi