Dopo i due ori della faentina Gea Manetti la settimana scorsa nelle categorie dei più piccoli, tra i grandi è stata la città di Ravenna a tenere alto il prestigio della Romagna alle finali dei Campionati Italiani giovanili, disputati ancora una volta presso il Centro Federale ad Arco di Trento. In tutto 350 atleti in rappresentanza di 90 società, solo per questa seconda fase, dimostrano che l’arrampicata è uno sport in continua crescita dopo il riconoscimento olimpico ai Giochi di Tokyo. Per l’Istrice le cose sono subito andate per il verso giusto col bronzo di Ludovico Borghi U18M nella Speed di apertura, mentre il secondo giorno è stato il turno di Caterina Pazzaglia e dell’altra azzurra Eva Mengoli rispettivamente seconda e terza ancora nella Speed U16F. Sempre nella stessa gara dell’U16F sono da menzionare anche il quarto posto di Alice Strocchi (Carchidio Strocchi) e il quinto di Sara Arcozzi (Istrice). Identico piazzamento e specialità, ma con qualche rimpianto, rispettivamente per i faentini Erica Piscopo U20F e Marco Rontini U18M, stanchi dopo le recenti fatiche di Coppa Europa ad Augusburg in Germania dove Marco era salito sul secondo gradino del Podio ed Erica aveva ottenuto la quinta piazza.

Passando alla Lead, fanno ben sperare per il futuro il sesto posto del faentino Ernesto Placci U18M, il settimo posto di Andrea Lidonnici U20M ed il nono posto di Sara Arcozzi U18F. Di pochissimo fuori dalle finali, Caterina Pazzaglia U16F, che poi si è rifatta giungendo sesta in Boulder, prestazione che le ha permesso di risalire fino alla quarta posizione nella classifica finale individuale di combinata. Ricordiamo infine i  piazzamenti di Nicola Grilli e Michela Guerra e il quarto posto della Istrice nella classifica a squadre della Speed.

Grande rammarico, invece, come ha ricordato il presidente della ASD Istrice Alessandro Vallicelli, aver appreso di un nuovo stop da parte del Comune, non si sa ancora se temporaneo o definitivo, al progetto di realizzazione della parete di Speed a Marina di Ravenna, che avrebbe permesso agli atleti di evitare pesanti trasferte presso altre strutture come Faenza o Bologna e talvolta perfino Milano.