Cesena è pronta a ospitare l’università del cibo promossa dalla Regione Emilia-Romagna. Un progetto, lanciato il mese scorso dal presidente Stefano Bonaccini, che vedrà coinvolte le quattro università pubbliche regionali: Bologna, Ferrara, Modena e Reggio, Parma (nel ruolo di capofila). In questo caso si dice Bologna, ma si legge Cesena, dato che quando si parla di cibo l’Unibo ha come punto di riferimento il polo cesenate. A confermarlo è il professor Massimo Cicognani, presidente del consiglio di Campus: «La parte alimentare dell’università di Bologna è sul campus di Cesena. Il progetto lanciato dal presidente della Regione prevede una parte di ricerca e una di didattica, affidate alle università regionali. Villa Almerici, forte di una trentennale esperienza, appare la sede naturale. Per la ricerca a oggi c’è un finanziamento di tre milioni di euro. La didattica è ancora da definire, potrà coinvolgere Cesena, ma l’ultima parola spetta ai colleghi del dipartimento agroalimentare».

La Food Valley University a Cesena dovrebbe partire nel 2023

Tra le ipotesi c’è quella di un Master post laurea oppure di un biennio magistrale successivo alla triennale in Scienze e cultura della Gastronomia: «Un corso di studi che, pur condizionato dal periodo pandemico, nel 2021/22 ha visto iscriversi 32 studenti. E, mi dicono i colleghi, sta raccogliendo un interesse crescente». L’idea di organizzare corsi di laurea “a cavallo” di università differenti (titolo congiunto) non è una novità. Un esempio, in Emilia-Romagna, è la Magistrale multisede in lingua inglese Food safety and food risk management, con insegnamenti a Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Modena, Bologna e Ozzano. Il nuovo progetto di università del cibo dovrebbe partire nel 2023. La parte scientifica di competenza dell’università di Bologna è stata curata proprio dai docenti di Villa Almerici, a partire dalla professoressa Rosalba Lanciotti (direttrice del dipartimento di Scienze agro-alimentari), ma il percorso è ancora da definire nel merito.

Si prospettano comunque diverse sinergie. Il Comune di Cesena si è già detto pronto a supportare il progetto, sui quali si stanno posando anche gli occhi delle realtà economiche locali. Senza dimenticare il Tecnopolo agroalimentare del Ciri (Centro interdipartimentale di ricerca industriale agroalimentare), ospitato sempre nel complesso cesenate e per il quale è prevista un’espansione. «Il centro regionale Tecnopolo è coinvolto in maniera naturale nel progetto» puntualizza Cicognani. L’idea lanciata da Bonaccini è quella di replicare sul cibo quanto è stato già fatto l’istituzione della Muner, la Motorvehicle University of Emilia-Romagna, che affianca alle quattro università regionali le maggiori imprese del settore (Ferrari, Ducati, Lamborghini, Maserati). Un’occasione da non perdere per un territorio, come quello romagnolo, vocato all’agroalimentare. E che ora deve senza indugi scaldare i motori.

mi.b.

Villa Almerici, una sede storica per 4 corsi

A Cesena, nella sede di Villa Almerici, l’università di Bologna offre oggi quattro corsi nell’area delle scienze agro-alimentari. Il percorso magistrale di Scienze e tecnologie alimentari è erede dell’omonimo corso quadriennale (vecchio ordinamento) insediatosi a Cesena nel 1992. Le triennali (tutte con accesso a numero programmato) sono Tecnologie alimentari, Scienze e cultura della Gastronomia, Viticoltura ed enologia. Edificata nel 1930, la sede che ospita i corsi sarà presto interessata da lavori di ristrutturazione, adeguamento antincendio e messa in sicurezza, grazie a fondi ministeriali per l’edilizia universitaria. Il Comune di Cesena ha concesso in uso l’immobile fino al 2059.

Foto: Mariggiò