Il 16 aprile scorso ricorreva il centenario della nascita di Luigi Venturi, sindaco di Russi dal 1964 al 1969. Esperienza partita con una alleanza Dc – Socialisti e che in Giunta, fra gli altri, vide la presenza di Gemma Furlano Pezzi, prima donna assessore a Russi.
A metà legislatura ci fu l’ingresso in maggioranza dei repubblicani, con Bruno Bucci in veste di vice sindaco. Nel 1969 l’alleanza si consolidò e vide Bucci tornare sindaco (lo era stato prima di Venturi), mentre Luigi Venturi passò al ruolo di vice con delega all’Urbanistica. Ed è in quegli anni che «nacque la Commissione urbanistica, composta da tutte le forze in Consiglio, – ricorda Pietro Vanicelli – le cui decisioni all’unanimità venivano assunte dalla Giunta comunale». Presieduta dallo stesso Venturi, con Ghetti per il Psi, Casadio per il Pri e i Pci Bondi e Baldassari. Venturi si ammalò nel corso di questa sua seconda legislatura e morì poi il 1 giugno 1976, a soli 54 anni.
L’impegno per le residenze popolari: il mandato dal 1964 al 1969
L’opera per cui Venturi è noto a Russi è sicuramente il consenso dato dalla sua Amministrazione alla costruzione del quartiere che tutti chiamano Il Villaggio, una settantina di residenze popolari, in forma di villette bifamiliari realizzate dalla cooperativa “La famiglia di Russi” su di un terreno acquisito dalla famiglia Gambi. «Tutto nacque da un articolo di giornale comparso su Città Nuova, il mensile del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich – spiega Francesco Scardovi -. Si parlava di case popolari realizzate da una cooperativa di Brescia voluta da un padre di San Filippo Neri, Ottorino Marcolini». Le riunioni per discutere di questo progetto, poi del Consiglio della cooperativa, si facevano nella sede comunale di via Cavour, oggi centro polivalente, ufficio Eca, Ente comunale di assistenza, in cui era impiegata Antiope, la moglie di Luigi Venturi.
A seconda della tipologia, quelle case costarono dai 3 milioni e 600 mila lire, a quasi 6milioni. «Troppo poco per poter durare» diceva qualcuno. Il Consiglio comunale vide un dibattito intenso in cui si contestava che la cooperativa, per velocizzare l’iter, provvedesse direttamente alle opere di urbanizzazione con il Comune che accendeva un mutuo per rimborsare poi la quota pattuita in merito. Si contestò anche la scarsa informazione alla cittadinanza, ma Venturi precisò che un pre- sondaggio fatto da Eca aveva rilevato un interesse di ben 235 famiglie. Dunque la gente sapeva. E Venturi precisava, però, che solo chi avesse avuto i requisiti di legge sarebbe diventato socio della cooperativa. «Il progetto venne approvato e Pellegrino Montanari e io disegnammo l’area», dice Scardovi che ricorda anche come quelli furono anche anni di asfaltature di molte strade.
Al cimitero, sul loculo di Luigi si legge: La dimora che racchiude le tue spoglie, è dono delle famiglie del villaggio, simbolo d’amore, per la tua gioia, amore misterioso di una bellezza che si eterna. Luigi interpretò la politica come servizio per il cittadino. Con Antiope ebbe quattro figli, e insieme ebbero il coraggio di aprire la loro casa anche a persone temporaneamente senza casa.