Il nostro sistema democratico di fronte all’invasione russa dell’Ucraina, viene messo davanti ad una prova decisamente impegnativa. Il sostegno dei cittadini alle democrazie occidentali resta tiepido, anche in una situazione come questa, che invece dovrebbe rendere chiara la superiorità di quel sostegno, valorizzando proprio quei sistemi di pesi e contrappesi che nelle democrazie mature impediscono ad un leader di concentrare su di sé troppo potere e di subire quindi un suo “impazzimento”, come sta capitando alla Russia di Putin. Quando questo capita, il risultato è che poi vengono generate tragedie, distruzioni e pericoli gravi.

Le persone tendono ad essere favorevoli ad una certa decisione se sono state coinvolte ed hanno partecipato in qualche modo al processo, mentre al contrario tendono ad essere contrarie alla stessa decisione quando questo non succede.

“La Rivoluzione delle Cittadinanza Attiva” (edizioni EMI, uscito ad aprile 2022), l’ultimo saggio del prof. Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, suggerisce che se vogliamo ridare linfa e vitalità alla nostra democrazia dobbiamo dare forza a tutti quei processi partecipativi che rendono i cittadini protagonisti. Partendo dagli studi sulla “generatività” (cioè la combinazione di creatività ed impatto sociale delle proprie azioni), l’autore sottolinea che possiamo avere reddito, salute ed istruzione, ma se restiamo a guardare senza uno scopo, non possiamo essere né generativi, né felici. 

L’ultimo miglio della felicità è determinato dal metterci in moto per un fine che ci appassiona, un’espressività orientata ad un fine.

Il compito di politici ed istituzioni che hanno a cuore le sorti della democrazia (e anche il loro gradimento presso l’opinione pubblica) dovrebbe dunque essere quello di generare energie dalla società civile, favorendo lo sviluppo di tutte le leve e percorsi di cittadinanza attiva. Nel libro si parla in particolare di alcuni di essi come quelli del consumo e risparmio responsabile, delle comunità energetiche, della gestione condivisa dei beni comuni, dei processi di co-programmazione e co-progettazione, la cui importanza per la costruzione del nuovo welfare è stata sottolineata da una recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 131 del 26 giugno 2020).

L’autore descrive a questo proposito l’utopia del “voto col portafoglio” ricordando che il mondo cambierebbe se tutti i cittadini fossero consapevoli del potere che hanno e capissero che quando acquistano o risparmiano stanno votando per un certo modello di mercato e lo facessero premiando le aziende leader nella capacità di coniugare qualità dei prodotti, dignità del lavoro e tutela dell’ambiente.

La “cittadinanza attiva”, la nostra capacità di incidere dal basso, è ciò che consente ad una democrazia di sopravvivere e di essere competitiva.

Tiziano Conti