Con molta acutezza un filosofo moderno (Ricoeur) distingue tra volontà e immaginazione: «La nostra volontà è la capacità di seguire senza esitare la via che abbiamo scelto, di obbedire senza resistenze alla regola di cui abbiamo preso conoscenza. Si può affermare che lo sport si basa su questo principio, la ripetizione sistematica di gesti ,il rispettare regole che la disciplina sportiva impone, sono il nucleo fondante di ogni apprendimento motorio. Ma nello sport esiste anche l’immaginazione che è il potere di aprirci a nuove possibilità, di scoprire una via “altra” grazie al fatto che vediamo le cose diversamente, perché accadono cose che non pensavamo avvenissero, che di fatto cambiano gli scenari. Capita infatti di pensare di vincere una partita invece si perde, pensare di essere in forma per la gara e invece   mancano le forze nel momento decisivo.

In questo lo sport ci insegna il potere di accedere ad una nuova regola accogliendo l’insegnamento dell’eccezione, cioè la capacità di accogliere altri orizzonti che non immaginavamo, ma che aprono nuove strade di crescita come uomini e come atleti. Se non si percepisce questa logica si ripete ciò che fanno tutti,  i si lamenta, ci si contrappone giustificandosi di quanto è accaduto imputando l’ insuccesso a  sfortuna  o demeriti illusori. Occorre intraprendere un salto di qualità per vivere in un modo diverso e così essere capaci di stare di fronte all’ esperienza sportiva con onestà e a testa alta e con fantasia evitando un fenomeno dilagante nello sport, la massificazione e i luoghi comuni.

Giacomo Abate Responsabile Formazione CSI Emilia –Romagna  e Faenza