Un lavoro che è anche una scelta di vita e di servizio. Nel 2022 il ragioniere Fabrizio Gresta ha tagliato il traguardo dei 35 anni di lavoro nell’Istituto diocesano per il Sostentamento del clero. Da una parte bilanci e rendicontazioni, dall’altra la consapevolezza che il proprio lavoro non si esauriva su carte o documenti, ma permetteva di supportare concretamente i sacerdoti della Diocesi nel loro servizio. E lungo tutto quest’arco di tempo Fabrizio ha avuto modo di costruire tante relazioni ed entrare in contatto con varie realtà della Diocesi. L’Istituto per il Sostentamento del clero fu istituito nel 1985. Si tratta di un ente della Chiesa costituito per legge in ogni Diocesi dotato di un patrimonio utile al sostentamento dei propri presbiteri.
Un istituto che supporta i sacerdoti della nostra Diocesi
I principali introiti dell’Istituto sono ciò che arriva dagli affitti o vendite delle proprietà ecclesiastiche, detrazione fiscale delle oblazioni versate a favore di un Istituto e la devoluzione alla Chiesa cattolica dell’8xmille. «La contabilità e il settore finanziario sono stati il cuore del mio lavoro – racconta Gresta – coronati ogni anno dal relativo Consuntivo e Preventivo, la partecipazione alle assemblee condominiali (al momento circa 1.200 fatte). Ho visto passare sette Consigli d’Amministrazione e altrettanti Collegi dei Revisori, quattro direttori».
“Molto più che un lavoro”
Gresta è entrato a contatto con questa realtà abbastanza casualmente, dopo l’esperienza lavorativa alla Cmc di Ravenna. «Ricevetti una chiamata d’incarico – ricorda Gresta – il facente funzione di allora era don Federico Ghinassi. Grazie al lavoro nell’Istituto ho avuto modo di crescere professionalmente. C’è sempre stato un buon dialogo tra tutti i colleghi e piena autonomia nel lavoro». Un ambiente di lavoro che ha messo sempre al centro la persona. «Mia moglie è morta dopo una lunga malattia nel 2012 e l’Istituto mi ha sempre messo nelle condizioni di starle accanto e mi ha supportato. Di questo ringrazio profondamente il direttore di allora Casadei». Negli anni Fabrizio ha seguito le attività di tante parrocchie, e i segni positivi del proprio operato sono arrivati persino sui campi di calcio. «Negli anni Novanta dirigevo una squadra di calcio Csi – ricorda -. Giravamo nelle varie parrocchie, ed era bello vedere che, ovunque andavo, c’era sempre qualcuno che conoscevo per via del mio lavoro all’Istituto. Mi sentivo così sempre a casa».