«Un essere umano trova la propria pienezza attraverso il dono sincero di sé. E riconosce a fondo la propria verità nell’incontro con gli altri. Questo spiega perché nessuno può sperimentare il valore della vita senza volti concreti da amare» (Papa Francesco, Fratelli tutti n. 87). Questo passaggio dell’enciclica di Francesco rappresenta la presenza di un gruppo di giovani che vivono in Seminario. In concreto, alcuni giovani, portando avanti i propri impegni di lavoro e di studio, si mettono in gioco cercando di vivere gioie e fatiche quotidiane da fratelli. Sentiamo allora uno di loro.

La testimonianza di Vincenzo

Ciao, sono Vincenzo, ho 25 anni e dal 2 ottobre scorso abito nella fraternità giovani in Seminario.
Mi è stato chiesto di scrivere alcune righe, non tanto su cosa sia la fraternità, ma su come io stia vivendo questa esperienza. Prima di scegliere di entrare, mi è stato detto che un requisito fondamentale per poter vivere a pieno questa opportunità era la volontà di mettersi in gioco. Ricordo benissimo di essere stato entusiasta al sentire quelle parole, che ho percepito anche con un certo senso di sfida, ritenendo però di essere effettivamente pronto a viverle.
Oggi, dopo quattro mesi posso dire che ero pronto sì, ma non troppo. Si è in qualche modo costantemente messi alla prova con gli altri e con sé stessi. Mettersi in gioco diviene una scelta da fare giorno per giorno e ogni tanto è facile, ogni tanto un po’ meno.
Se ho sempre ritenuto che la frase “Gli altri sono lo specchio di noi stessi” fosse una frase bella ma niente più, oggi mi sono reso conto di quanto sia bella sì, ma anche vera.

Papa Francesco dice agli sposi – ma penso che si possa applicare a ogni rapporto con l’altro -: «se volano i piatti pazienza, ma mai finire la giornata senza fare la pace». Guardare l’altro come se tu lo vedessi per la prima volta è una sfida ed è anche impegnativa, ma con l’aiuto degli altri e dell’Altro (undicesimo membro della fraternità), anche estremamente arricchente e gratificante. Per concludere, sono sinceramente riconoscente di aver avuto l’opportunità di vivere questa esperienza.

Vincenzo