Una storia lunga cinquant’anni per testimoniare Cristo come strada, via e risposta dell’Europa. Il 25 marzo del 1971 venne istituito il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (Ccee). Un organismo che raccoglieva le speranze sorte nel dopoguerra con il quale i vescovi europei volevano incrementare la collaborazione tra loro e testimoniare un’idea di Europa unita nelle comuni radici cristiane. La missione della Chiesa europea venne portata avanti in questo mezzo secolo tramite evangelizzazione e dialogo, sostegno e azione, speranza della fede. E sono questi cinquant’anni di percorso a essere al centro della pubblicazione di Andrea Gagliarducci Cristo speranza dell’Europa. 50 anni della Chiesa europea tra passato e futuro (Città Nuova, 184 pagine).
I 50 anni dalla nascita del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee
In questo libro Gagliarducci propone una riflessione che va però oltre l’analisi storica del Ccee. Non si tratta semplicemente di ripercorrere le tappe fondamentali di questo istituto: il libro ha il pregio di gettare uno sguardo nel passato per aprire gli occhi verso il futuro dell’Europa, della sua identità e delle sfide contemporanee. È proprio grazie all’azione profetica della Chiesa, in un continente prima distrutto dalla guerra e poi diviso in due blocchi, che i muri tra le nazioni europee sono diventati ponti, andando oltre i confini politici, ed è a partire da queste radici che l’Europa può guardare al proprio futuro con speranza, pur stretta nella morsa di sfide globali: pandemia, politiche demagogiche, tecnocrazia, salvaguardia del creato. Un organismo, il Consiglio delle conferenze episcopali europee – di cui è stato presidente fino al 2021 il cardinale Angelo Bagnasco, autore della presentazione del libro – che ha saputo tracciare su questi temi nuovi percorsi nuovi, a partire dal basso, nel segno di un’Europa culturale prima ancora che burocratica.
Una lettura per essere più consapevoli della nostra identità europea
Il volume riconosce un ruolo fondamentale nella storia del Ccee anche al romagnolo cardinale Achille Silvestrini, originario di Brisighella, promotore del Trattato di Helsinki. E venendo al presente, non ha paura di affrontare temi complessi come la scristianizzazione del continente e i temi etici oggi al centro del dibattito. Cristo speranza dell’Europa si dimostra così una lettura utile tanto in prospettiva storica quanto programmatica per essere cittadini più consapevoli della nostra identità europea e del ruolo dei cattolici nella costruzione di un’Europa di pace.