Maria Rossi ci ha lasciato il 14 luglio scorso. Era una volontaria del Comitato di Amicizia, nata a Faenza il 23 febbraio 1922. Si era sposata con Mario Lanzoni il 5 novembre 1949 il quale venne a mancare il 22 dicembre 1976. Rimasta vedova, conobbe Maria Laura Ziani che aveva raccolto attorno a sé un gruppo di laici che si dedicavano al recupero di materiali e oggetti per ricavarne un utile da investire nel finanziamento di piccoli progetti di promozione umana.
Maria, persona umile e laboriosa, si dichiarò disponibile a impegnarsi nel settore della selezione delle scarpe che i cittadini donavano. Accoppiava le scarpe legando i laccetti, se c’era bisogno le lucidava, affinché più facilmente fossero richieste dai visitatori del Mercatino.
Per tanti anni, ogni mattina partiva in bicicletta dalla sua casa sita in via XX Settembre 18 diretta al Centro di raccolta e si sedeva sul suo sgabello immerso in una grande quantità di scarpe di ogni tipo. Alla fine di una lunga giornata di lavoro la montagna di scarpe era sparita. E le scarpe erano state diligentemente messe in mostra su una lunga fila di scaffali. Da tutti, volontari e clienti, era chiamata semplicemente: Maria delle scarpe. È stato grande il bene da lei compiuto, sia in favore dei clienti che potevano avere un bel paio di calzature, pur usate, da passeggio, da lavoro e anche sportive.
Le offerte ricevute per le scarpe hanno permesso di finanziare progetti di sviluppo in tante località del Sud del mondo
Le offerte che riceveva in cambio delle scarpe hanno finanziato piccoli, ma importanti progetti di sviluppo nelle località del Sud del mondo, con le quali il Comitato di Amicizia ha allacciato rapporti di gemellaggio e cooperazione: scuole elementari, strutture per la cura di ammalati poverissimi, orti gestiti da gruppi femminili che grazie alle coltivazioni potevano meglio provvedere ai bisogni dei figli.
I volontari, sia giovani che adulti, avevano tutti un grande rispetto e affetto per Maria, perché di carattere mite. Personalmente, non ricordo di averla mai vista arrabbiata con qualcuno o proferire frasi risentite verso chi le aveva mancato di rispetto.
Nel corso degli anni ho visto il suo fisico indebolirsi e la sua schiena incurvarsi sotto il peso degli anni e delle fatiche alle quali si sottometteva. A un certo punto non ha potuto più utilizzare la bicicletta per raggiungere il Centro di raccolta.
Per un certo tempo era un volontario che si recava con la sua auto a casa sua e la portava nel suo angolo di lavoro. Per non disturbare i volontari a riportarla a casa per l’intervallo del mezzogiorno, lei preferiva tirare dritto e non fare la pausa.
Quando padre Alex Zanotelli fu invitato a tenere una conferenza a Faenza, fu accompagnato a visitare il nostro Centro e incontrò Maria Rossi. Una foto fu scattata e ritrae i visi sorridente di questi due apostoli della solidarietà.
Gli acciacchi che accompagnano la vecchiaia hanno portato questa volontaria a essere ospitata in una struttura per anziani, nella quale si è spenta serenamente il 14 luglio scorso. Mi piace pensare che ad accoglierla in cielo avrà trovato, oltre a Maria Laura, anche i numerosi volontari del Comitato di Amicizia i quali hanno terminato la loro vita terrena durante i quasi 50 anni dalla costituzione del nostro organismo.
I volontari del Comitato sono convinti che Maria sarà comunque presente fra loro, in spirito, per accompagnarli e stimolarli. Come scrisse sant’Agostino: «Quelli che ci hanno lasciato non sono degli assenti, sono degli invisibili. Tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri pieni di lacrime».
Un’aula del liceo che a settembre accoglierà i giovani di Diabo (Burkina Faso) sarà dedicata a Maria Rossi, affinché l’impegno da lei posto in tanti anni in favore degli ultimi, sia ricordato nel tempo.
Raffaele Gaddoni