Un altro italiano vince una medaglia d’oro alle Olimpiadi nelle gare di lungo percorso: a oggi sono otto ori. Bordin e Baldini nella maratona, Brugnetti, Damilano e Stano nella marcia 20 Km., Dordoni, Pamich e Schwazer nella 50 km., senza dimenticare Dorando Pietri alla maratona di Londra 1908, sorretto dai giudici negli ultimi metri e perciò squalificato. Arthur Conan Doyle quel giorno era in tribuna e scrisse: “Nessun romano antico seppe cingere il lauro della vittoria alla sua fronte meglio di quanto non l’abbia fatto Dorando nell’Olimpiade”.

La marcia come simbolo della vita

La marcia e la maratona sono simboli della vita. Osservandone le regole possiamo trarre importanti spunti per gestire il percorso della nostra vita: infatti insegnano a camminare verso una meta, gestendo ogni fase del percorso con impegno e con la giusta andatura. Un percorso di resilienza da concludere, affrontando ogni fase adeguatamente e sapendo di dovere distribuire le proprie forze per affrontare tutto il cammino senza mai perdere l’equilibrio; imparando a gestire il percorso senza sprint iniziali che ci priverebbero delle energie necessarie per affrontare le ultime fasi.

Affrontare ogni giorno della nostra vita richiede tempi giusti, esattamente come la marcia e la maratona. Il tragitto avrà cicli differenti, a volte in salita altre in discesa, ma si dovrà tenere sempre l’andatura che più si adatta a se stessi, per non andare in debito di ossigeno o per risentirne con strappi muscolari. La marcia e la maratona ci insegnano che non dobbiamo seguire la corsa degli altri: ciò che conta è il proprio percorso. Insegnano che dopo una caduta occorre rialzarsi e riprendere il cammino, non conta mai se nella caduta si sono persi attimi di camminata, c’è sempre un tempo per recuperare.

Le lunghe corse sono un esercizio di resilienza. E’ coraggio e non arroganza, è consapevolezza più che forza: è arrivare al traguardo per la nostra vittoria personale. Sono sport che richiedono pazienza: occorre avere il senso dell’attesa e serve sapere affrontare il tragitto da una sponda all’altra, con il coraggio di chi corre sulle proprie gambe. Un esercizio di vita che guarda avanti, che non necessita di una divisa né di strumenti, ma solo di coraggio, forza e determinazione. Di voglia di andare oltre. Esattamente come chi desidera il meglio nella propria vita. E una chiosa finale: mi fa piacere condividere il compleanno con Massimo Stano, per quanto riguarda l’anno di nascita, ahimè non ci siamo!

Tiziano Conti