Dopo una carriera ad altissimi livelli Simona Ballardini ha ufficialmente deciso di dare l’addio al basket giocato a partire dalla prossima stagione.
Uno scudetto, due Coppe Italia, due Coppe Ronchetti, un argento ed un oro ai Giochi del Mediterraneo con la maglia della Nazionale.
Basterebbe questo per rendere l’idea di cosa ha significato Simona Ballardini per il basket femminile. Ci sarebbe anche tanto altro come, per esempio, l’ultima cavalcata trionfale con la sua Faenza, che ha permesso alle romagnole di tornare nella massima serie dopo un digiuno durato troppi anni. La “sua” Faenza perché Simona nasce e cresce con la maglia delle Manfrede addosso, sin dai primi anni con l’allora “Club Atletico Faenza”, fino alle ultime stagioni targate E-Work.
Esordisce ad appena 14 anni nella massima serie e nel 1998 è già la miglior giovane del campionato. Un breve passaggio a Schio, quindi il ritorno in Romagna e la vittoria della Coppa Italia nel 2007.
Sono solamente gli infortuni e i problemi al ginocchio a limitare il talento e le doti di una giocatrice straordinaria, che cambia diverse squadre nelle stagioni successive, ma che alla fine (2015-2016) sceglie di tornare dove tutto è cominciato, ripartendo dalla serie B con Faenza.
Il resto è storia recente: lo spareggio promozione perso con Vigarano al fotofinish, una stagione sempre ai vertici fermata solo dal Covid-19 ed una meritata promozione arrivata invece nell’ultima annata, dove Simona da capitano ha condotto le bianconere nel corso della regular season e dei playoffs.
Ballardini lascia quindi il basket giocato, ma non lascia la sua squadra: Simona infatti continuerà a collaborare attivamente con l’E-Work, ricoprendo una mansione dirigenziale all’interno della società.