Mentre Marco Fusini, domenica scorsa diceva il suo sì al vescovo Mario che lo ordinava diacono, nel cortile del Seminario diocesano una platea di parenti, amici e conoscenti seguiva e pregava. Fra questi, gli amici dell’Oratorio Omg di Alfonsine in mezzo ai quali la sua fede ha mosso i primi passi. Giullari e giocolieri di Dio sull’esempio di don Bosco. Magari un po’ chiassosi ed esuberanti, senza negarsi qualcuna di quelle che noi adulti siamo propensi a definire esagerazioni facendoci drizzare le… antenne. Ma è il modo che si conviene ai giovani. Che proprio perché sono fatti così, sono anche pronti a spendersi con grande generosità e senza timori.
Mattia Farinelli è uno di loro, cresciuto nell’Oratorio di Alfonsine che ha cominciato a frequentare dall’età di 11 anni. Come tanti altri ragazzi, ha iniziato per curiosità e su invito di un altro suo amico.
Col tempo è cresciuto insieme a tanti altri coetanei vivendo sulle orme di don Bosco: una sana allegria (imparando ben presto e bene molte arti circensi), una fervente devozione tipica del buon cristiano (che lo ha portato fino al Battesimo, Comunione e Cresima tutto all’età di 15 anni), ma anche un’ardente carità che lo ha portato a fare numerosi campi lavoro in tutta Italia.
Mattia starà tra i poveri delle Ande per sei mesi
Occasioni dove il ricavato serve per sostenere le numerose opere intraprese con le missioni in Perù e Bolivia. Luoghi dove lo stesso don Marco, anche lui di Alfonsine, è stato precursore prima di avviare il suo personale cammino in Seminario. Ed è proprio per vivere questa carità e missionarietà ancora più appieno, che il ventenne Mattia ha deciso di partire. In realtà aveva deciso già lo scorso anno, ma la pandemia ha rivoluzionato ogni piano anche per lui costringendolo all’attesa.
Ora, pare, che a metà luglio, insieme ad altri ragazzi di tutta Italia e di altri Oratori, il sogno di aiutare ancor più da vicino e concretamente quegli stessi poveri che aveva sempre e soltanto aiutato dall’Italia, possa avverarsi. Il biglietto aereo è pronto.
Ora Mattia, con gli altri ragazzi in partenza, vivrà un’esperienza di carità concreta al di là dell’oceano.
Degli amici che restano, qualcuno lo sosterrà con la preghiera, tutti continueranno a lavorare per sostenere questa sua partenza.
In attesa di rivederlo dopo sei mesi circa ad Alfonsine e ascoltare il suo racconto. E perché no, sognare prima o poi di emularlo in una storia che a questi ragazzi e alla loro città fa un gran bene. «Sarà anche per tutti noi che rimaniamo, – dicono e condividono nell’oratorio Omg – uno stimolo a non fermarci e camminare ancor più decisi su questo sentiero, seguendo le orme della verità e bontà».
Giulio Donati