Eugenio Melandri, faentino, ha studiato nel Seminario Pio XII dove ha maturato la vocazione missionaria. Prete dal 1974, invece di andare in Amazzonia, come aveva richiesto, fu incaricato di dirigere la Rivista dei Missionari Saveriani che chiamò “Missione, oggi”. Cominciò a girare l’Italia per “fare un po’ di rumore a favore della pace e dei poveri” e a proporre un modo di essere missionari non tradizionale pur di suscitare la speranza di un possibile mondo nuovo. Cominciò a denunciare la fabbricazione e la vendita delle armi soprattutto ai paesi del terzo mondo, la pseudo cooperazione internazionale che il governo portava avanti e le scelte che, anche la Chiesa, faceva in contraddizione col Vangelo. Questo era – secondo lui – il modo migliore per fare “missione” in Italia (parrocchia missionaria).
A chi lo avvicinava proponeva due cose: diminuire lo standard di vita consumistica come un modo semplice e quotidiano di contribuire alla soluzione del problema ecologico e della povertà del mondo e promuovere e coltivare la collaborazione con chiunque fosse disponibile a impegnarsi per una causa giusta (fratellanza universale). Ma – evidentemente – questo non gli bastava: maturò la idea di “portare al Parlamento Europeo la voce dei poveri del mondo” perché fossero “messi al centro della politica” convinto di potere così servirli meglio e venne eletto nel 1989.
Rispettò il Codice di Diritto canonico per cui era sospeso a divinis ma non smise mai di collaborare con i Missionari saveriani e di considerarsi prete. Fu presente a Saraievo con don Tonino Bello nel 1992, in America latina e in Africa, come Parlamentare favorì il dialogo di Fidel Castro col Vaticano che portò all’incontro col Papa nel 1998, promosse la partecipazione degli obiettori di coscienza al Giubileo del 2.000 con Pax Christi, fondò Chiama l’Africa, ma la consolazione più grande fu quella di sentirsi dire da Papa Francesco: “Hai fatto bene”.
Colpito da un tumore al pancreas nel 2017 rientrò in Romagna a Errano dal fratello e presso i Missionari di s. Pietro in Vincoli e – reintegrato come prete – è stato incardinato nella Diocesi di Bologna dal cardinale Zuppi. E’ morto il 27 ottobre 2019 e sepolto a San Ruffillo.
don Luigi Guerrini














