Vaccinarsi è importante, sempre: vale per le persone fragili, ma non solo. Come spiega Giulia Silvestrini, direttrice dell’Igiene pubblica Ausl Ravenna, «puntiamo sulla prevenzione, perché i dati ci confermano che ha una maggiore efficacia e costa meno anche allo Stato».
Il distretto di Faenza ha la copertura più alta, intorno al 60 per cento

La campagna antinfluenzale di questo inverno «si è attestata sui valori dello scorso anno per la provincia di Ravenna – precisa – con il 58.3 per cento degli over 65. Il distretto di Faenza ha la copertura più alta intorno al 60 per cento, mentre la regione punta a raggiungere il 75 per cento. L’unico paese nella nostra provincia che si avvicina a questa cifra è Casola Valsenio con il 70 per cento». Diversa la situazione per i vaccini covid. «Se confrontiamo i dati con quelli dell’antinfluenzale, fatti nello stesso periodo e proposti insieme, parliamo del 9 per cento della popolazione over 65. La variante della malattia di questo periodo è molto più blanda, anche a fronte di un’immunità di base. Può però creare complicazioni nelle persone con malattie croniche o vulnerabili. Se possono verificarsi decessi a causa del covid non dobbiamo dimenticarci che l’influenza porta ancora morti come dicono i dati: 17 casi per mille persone». La direttrice sottolinea come i vaccini antinfluenzali e per il covid «sono inattivati, ovvero gli agenti infettanti (in questo caso virus) sono stati resi innocui attraverso determinati processi. Antitetanica, pertosse e difterite, la cosiddetta trivalente, sono di questo tipo. Il richiamo va fatto ogni dieci anni e li proponiamo insieme. Il covid è una preparazione inattiva: sbaglia chi afferma “ho fatto il vaccino e mi sono ammalato”. In realtà significa che lo aveva già contratto in precedenza». Quando si parla di vaccini con virus vivi « è presente una quantità minima per creare nel soggetto l’immunità come morbillo, varicella e parotite. Per questo chi ha problemi di immunodepressione non deve farli.
Il morbillo è la più infettiva tra le malattie
Il morbillo è la più infettiva tra le malattie. Le persone tra i 35 e i 50 anni possono essere scoperte in quanto cresciute quando circolava meno e non tutte sono state vaccinate. È una malattia serissima: ad una persona su 1000 può dare l’encefalite, una su 10.000 può avere una riattivazione, anche dopo anni, che innesca una malattia neurologica degenerativa. L’anno scorso c’è stato un focolaio a Rimini che ha coinvolto oltre cento persone». Per questo l’Ausl sta conducendo una campagna vaccinale con «l’accesso diretto agli ambulatori per chi deve vaccinarsi contro il morbillo». I richiami per la trivalente sono ogni dieci anni «stiamo incrementando gli open day perché vediamo che funzionano – ammette la direttrice – così come la possibilità di prenotarli senza l’impegnativa del medico, ma direttamente con Cup, Cuptel o fascicolo elettronico». Consigliati alle persone con patologie croniche «le vaccinazioni per lo pneumococco, l’herpes zoster e in alcuni casi per i meningococchi sono gratuiti anche per chi compie 65 anni (a partire dai nati nel 1952). I dati dei nati tra il 1952 e il 1960 per l’herpes sono 23 per cento di persone vaccinate in tutti e tre i distretti, mentre lo pneumococco è al 37 per cento». Silvestrini conclude parlando della «prima e unica vaccinazione contro il cancro, quella Hpv che protegge dai tumori della cervice uterina e del distretto testa-collo. È offerta a 11 anni, gratuita fino al 26esimo anno di età per i nati dal 2006».
Maria Grazia Casini














