Il sindacato di categoria chiede con forza che le linee guida e le nuove ordinanze regionali vengano applicate seriamente e senza indugio

L’ondata di calore precoce e intensa che ha investito la Romagna espone i lavoratori edili e agricoli a rischi sempre più gravi. La Filca Cisl Romagna lancia un appello per la tutela della salute sui luoghi di lavoro e chiede l’applicazione immediata delle misure previste da normative e ordinanze.

Lavoratori esposti al caldo estremo: un’emergenza non più ignorabile

L’ondata di calore anomala e anticipata sta mettendo a serio rischio la salute dei lavoratori in Romagna, in particolare quelli impiegati nei cantieri edili e nel settore agricolo. Questo fenomeno, ormai una conseguenza strutturale dei cambiamenti climatici, richiede azioni immediate e concrete per proteggere chi opera all’aperto.

“Siamo di fronte a un’emergenza che non può più essere ignorata – dichiara il segretario generale della Filca Cisl RomagnaRoberto Casanova –. Le temperature in Romagna sono già allarmanti e i lavoratori sono a rischio concreto. Non è accettabile che alcune imprese siano ancora restie ad attivare strumenti come la cassa integrazione o a riorganizzare gli orari. La salute e la sicurezza devono essere la priorità assoluta. Chiediamo con forza che le linee guida e le nuove ordinanze regionali vengano applicate seriamente e senza indugio. Non possiamo permettere che i nostri cantieri diventino luoghi di sofferenza”.

Linee guida e ordinanze: gli strumenti esistono, serve applicarli

Nonostante le discussioni sulle misure preventive, “la loro applicazione pratica rimane insufficiente”, fa notare il sindacato. Già dal luglio 2021, Cgil, Cisl e Uil, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, hanno definito linee guida specifiche per prevenire il rischio da stress termico, approvate anche dalle associazioni datoriali e basate sull’articolo 7 del D.lgs. 81/2008 sulla sicurezza sul lavoro.

La Filca CislL Romagna ricorda che è possibile attivare la cassa integrazione quando le temperature superano i 35°C, come stabilito dal messaggio INPS n. 1856/2017 e confermato dall’Ispettorato nazionale del lavoro con il messaggio n. 3783 del 22/06/2022. Nonostante ciò, molte imprese edili sono ancora restie ad avviare questo ammortizzatore sociale, anche in condizioni di pioggia. Questa reticenza è inaccettabile dati i rischi concreti per la salute dei lavoratori.

Nuova ordinanza regionale per fermare il lavoro nelle ore più calde

In Emilia-Romagna, si sta varando una nuova ordinanza per fermare il lavoro nelle ore più calde dei giorni estivi. Lo scorso anno, l’Ordinanza n. 101/2024 aveva già vietato, dal 29 luglio al 31 agosto 2024, il lavoro nei settori agricolo e florovivaistico e nei cantieri edili e affini, dalle 12:30 alle 16:00, in condizioni di esposizione prolungata al sole e nelle aree a rischio elevate secondo il Progetto Worklimate2.0.

Misure immediate e indispensabili per la tutela dei lavoratori

È imperativo adottare subito misure di prevenzione concrete:
riorganizzazione degli orari di lavoro: anticipare le attività alle prime ore del mattino per evitare le fasce orarie più calde della giornata. Fornitura di dispositivi di protezione adeguati: mettere a disposizione dei lavoratori caschi ventilati, indumenti tecnici traspiranti, creme solari e mezzi di movimentazione terra con cabine climatizzate. Questi sono strumenti essenziali per la tutela della salute e la sicurezza nei cantieri.
Solo con l’adozione seria e tempestiva di queste misure si possono evitare i rischi per la salute dei lavoratori. “È giunto il momento di passare dalle parole ai fatti e garantire un ambiente di lavoro sicuro e protetto per tutti, anche di fronte alle sfide imposte dai cambiamenti climatici“, conclude la nota del sindacato.