Molti cittadini di Marradi, in particolare anziani, non sanno ancora chi sia il loro medico di base nonostante le procedure avviate nei primi giorni dell’anno. Questa situazione, definita inaccettabile dal capogruppo di Anima Marradi, Rudi Frassineti, solleva interrogativi sul rispetto dei diritti e sulla gestione dell’emergenza sanitaria locale.

Un inizio d’anno tra disagi e disservizi per Marradi e la zona dell’Alto Mugello

Secondo quanto riportato da Rudi Frassineti, il 2 e 3 gennaio numerosi cittadini si sono messi in fila presso le cosiddette “botteghe della salute”, senza però ottenere le informazioni necessarie sull’assegnazione dei medici di base. «È un insulto alla dignità e ai diritti dei cittadini – sottolinea Frassineti –. Gli è stata chiesta una delega, concessa con fiducia, ma ancora oggi la ASL non ha comunicato chi è il loro medico».

La mancanza di informazioni e la lentezza nella gestione dell’emergenza sanitaria gravano in particolare sugli anziani, una fascia di popolazione che necessita di un riferimento medico stabile e immediato.

File interminabili e mancanza di organizzazione

Frassineti denuncia anche le difficoltà logistiche incontrate dai cittadini, costretti a lunghe attese agli sportelli per la scelta del proprio medico. «C’è chi si mette in fila sin dal mattino presto, spesso in spazi non adeguati, affrontando un disagio evitabile. Sarebbe bastato, in questa situazione straordinaria, estendere gli orari di apertura per alcune settimane».

Secondo il capogruppo, il problema risiede in una combinazione di mancanza di rispetto per i cittadini e scarsa competenza nella gestione dell’emergenza.

Richiesta di responsabilità e possibili azioni legali

Il capogruppo di Anima Marradi chiede che vengano individuate le responsabilità e che chi di dovere si scusi con la cittadinanza. «Qualcuno dovrà dimettersi, se ne ha la dignità – aggiunge Frassineti –. Per quanto ci riguarda, stiamo valutando, con il supporto di consulenti esterni, se ci sono gli estremi per un esposto per interruzione di pubblico servizio».