Da Firenze a Faenza: un capolavoro delle Gallerie degli Uffizi, il grande Polittico con le storie di Santa Umiltà del pittore gotico Pietro Lorenzetti (Siena 1280-1348), appena riemerso in tutto il suo splendore da un complesso restauro durato oltre quattro anni, viene esposto da oggi nella città della quale Umiltà è santa Patrona. La mostra, intitolata ‘Per Immagini e Colori. La storia di Santa Umiltà da Faenza nel capolavoro medievale degli Uffizi’, è accolta nella sala del Medioevo e del Rinascimento della Pinacoteca Comunale e sarà visitabile fino al prossimo 3 marzo; è in questo contesto che la monumentale opera torna visibile per la prima volta al pubblico in seguito al complesso intervento di recupero al quale è stata sottoposta da parte dell’Opificio delle Pietre Dure e dello Studio Scarpelli di Firenze. Faenza entra così a far parte degli Uffizi Diffusi, grande piano di diffusione dell’arte sul territorio, lanciato due anni fa dal celebre museo fiorentino.

L’esposizione del polittico a Faenza ha una valenza simbolica importante: l’opera, fortemente voluta dalla direttrice scientifica della Pinacoteca, Roberta Bartoli, vuole rilanciare l’arte e la cultura cittadina ferita dall’alluvione. E diviene l’occasione per fare ulteriormente rete tra due realtà, Firenze e Faenza, che fanno del valore artistico uno dei loro punti di forza. Un gesto di solidarietà, da parte degli Uffizi, che rilanciano così il loro progetto artistico di portare le loro opere anche in altri contesti, per valorizzarle ulteriormente. Questo è il caso, per esempio, del polittico di Beata Umiltà che per qualche mese torna simbolicamente a casa.
Le scene del Polittico

Il polittico in mostra nella Pinacoteca è composto da ben 22 elementi, tra cuspidi, predella e undici storie che raccontano i momenti più salienti nell’esistenza di Santa Umiltà da Faenza. Umiltà (nata nel 1226 circa e morta nel 1310) fu una donna straordinaria: in contrasto con gli schemi della condizione femminile del tempo, abbracciò la vita religiosa con grande energia e spirito di iniziativa, fondò prima un monastero a Faenza e poi, a 55 anni – età venerabile per quei tempi – attraversò l’Appennino con alcune consorelle e si trasferì a Firenze per dare vita al monastero di San Giovanni Evangelista, noto come “delle donne di Faenza”. L’itinerario della santa, venerata su entrambi i versanti della montagna, si compie oggi in senso inverso con l’attuale esposizione, a suggellare l’amicizia che nei secoli ha legato la città romagnola a Firenze, e che anche durante i gloriosi anni del Rinascimento faentino ha visto i suoi signori, i Manfredi, legati ai Medici di Firenze.
Le operazioni di restauro

La mostra, finanziata interamente grazie al generoso contributo di privati, offre l’occasione di ammirare, per la prima volta, i risultati del restauro dell’opera, appena terminato dopo quattro anni di lavoro. Realizzato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze a seguito di un’ampia campagna di indagini e documentazione, l’intervento – completato dallo studio Stefano Scarpelli – ha portato al risanamento del supporto ligneo ed alla pulitura della superficie pittorica, rimuovendo sporco stratificato, vecchi ritocchi degradati e vernici divenute opache nel corso del tempo.
La campagna di indagini, l’osservazione al microscopio e il paziente lavoro dei restauratori hanno consentito di chiarire aspetti importanti ai fini della conoscenza dell’opera: in particolare, la corretta sequenza delle scene, l’esistenza di una cornice coperta da foglia d’argento, l’individuazione dei pigmenti impiegati per i colori. Per il Polittico furono utilizzati quelli tradizionali del tempo, con una tavolozza limitata che suggerisce un effetto di voluta povertà, se si esclude l’impiego di materiali preziosi in alcuni dettagli, come il blu di lapislazzuli nelle gemme che ornano le croci nella scena della Traslazione delle reliquie della beata.
Grazie al restauro, dunque, è ora possibile ammirare di nuovo il capolavoro di Pietro Lorenzetti nella sua nitidezza e nei suoi cromatismi originali, e leggere il racconto della vita di Umiltà nell’ordine originario con il quale fu concepito.
Innovativa è anche l’esposizione: il polittico infatti è protetto da delle teche di vetro realizzate con un materiale particolare che non riflette la luce. I questo modo si possono ammirare i colori dei dipinti, appena restaurati, in tutta la loro straordinaria vivacità senza disturbi di riflessi fastidiosi.
Il dono alla città di Faenza

Il polittico diviene l’occasione per rilanciare l’arte e la cultura della città dopo la devastazione dell’alluvione. “È con grande emozione che vediamo oggi risplendere in Pinacoteca il polittico di Pietro Lorenzetti – dice il sindaco di Faenza, Massimo Isola -. E l’emozione non è solo quella estetica che si prova davanti a un’opera meravigliosa, ma ha un carattere squisitamente faentino: tutti i dipinti del registro superiore, infatti, raffigurano storie legate alla nostra città, immaginata tra le sue mura medievali. Uno di essi ci mostra addirittura questa donna meravigliosa che si incammina verso Firenze guadando il Lamone, il fiume che porta vita a Faenza e al suo territorio ma che anche in tempi recentissimi è stato causa di devastazione. La mostra è dunque motivo di riflessione per tutti noi faentini, ma non solo: è uno spunto per pensare a Faenza con orgoglio, perché i dipinti del polittico degli Uffizi ci invitano a considerare il ruolo importantissimo della nostra città nella storia, nell’arte e nella cultura italiane”.
La conferenza stampa di presentazione si è svolta nella chiesa di Santa Maria dell’Angelo, in collaborazione con il Museo Diocesano dove in questo momento è esposta la mostra Dove abita l’uomo. “L’arrivo di questo polittico – aggiunge il vicario generale della Diocesi, don Michele Morandi – rappresenta l’opportunità per rileggere tutti quanti assieme la vita di questa santa”. Madre Gian Paola Pederzoli, badessa del convento di Santa Umiltà, ha ripercorso la storia della fondatrice sottolineando poi la presenza costante delle monache a Faenza in questi 800 anni, che hanno avuto un ruolo fondamentale in città specie nell’ambito dell’educazione. Ora il futuro del convento si supporta in particolare grazie alle vocazioni provenienti dall’India.

“Il restauro di questo polittico monumentale e famosissimo – commenta il direttore degli Uffizi Eike Schmidt – è stato estremamente complesso e ora, dopo quattro anni, lo presentiamo per la prima volta a Faenza. È dunque una “mostra nella mostra” quella che abbiamo inaugurato oggi: l’opera stessa (o meglio le opere, visto che si tratta di molti dipinti) esposta in Pinacoteca dentro uno scrigno che la esalta e la fa risplendere, e il restauro, che viene presentato in anteprima. Nessuno aveva ancora potuto vedere il Polittico della Beata Umiltà in questa luce, con i suoi colori ancora intatti, e i mille particolari che descrivono in un racconto magico la vita di Umiltà, eroina medievale”.
Foto: Samuele Marchi