Tra gli edifici e le strutture colpite dall’alluvione anche il Cimitero dell’Osservanza di Faenza. I lavori saranno conclusi entro metà ottobre. Il muro è stato messo in sicurezza e le recinzioni verranno ripristinate dopo la presentazione del progetto alla Sovrintendenza. Oltre a quello di via Firenze a Faenza anche il Cimitero di Reda aveva subito danni che però sono stati sistemati nel giro di una settimana.

Lo stato dei lavori

Ad oggi è stato riaperto il forno crematorio, prossimi all’apertura il Giardino del Ricordo e il seminterrato. Rimarranno chiuse San Girolamo e la Sala del Commiato. “Totalmente coperta la badia V, la parte di più recente costruzione del Cimitero; l’immediatezza dei lavori ha però in questo caso impedito danni alle strutture: anche se badia III e II restano chiuse e sono ancora interessate da lavori” spiega Stefano Di Stefano a.d. Azimut. “Il cimitero è stato suddiviso in più punti, ognuno dei quali è stato ed è interessato da tempi e lavori diversi. “Il mancato utilizzo del forno crematorio è stato risolto appoggiandosi al forno di Ravenna, ma dalla scorsa settimana è tornato in attività anche quello faentino. Per ciò che riguarda il muro, la parte caduta verrà ricostruita in cemento armato”. Anche il punto di rottura del fiume è stato ripristinato, fa sapere l’assessore alla Protezione Civile Massimo Bosi: “la parte che va verso l’Orto Bertoni è già stata rinforzata, resta da intervenire sul lato verso Sarna“. Circa 360mila euro sono state le risorse di Azimut di un primo intervento. Somma che dovrà essere restituita all’ente gestore del Cimitero che non prevede nel contratto di gestione forme di ristoro. Consistenti anche i costi della ricostruzione del forno crematorio. “Ripristinare il Cimitero comporterebbe una spesa di circa un milione di euro – dice Di Stefano – Sappiamo quindi che lo stato del Cimitero non tornerà in toto quello antecedente all’alluvione e la spesa complessiva sarà di circa 700mila euro e 200mila euro per il forno crematorio”. Per quanto riguarda le strutture, loculi comuni sono stati puliti da Azimut, diversamente edicole e villette private sono a spese dei privati. Sul liquido nero che si è visto anche sui social, si tratta di una vernice usata abitualmente che a contatto con l’acqua si è dispersa, ma i controlli sono stati fatti e non si tratta di liquidi in alcun modo pericoloso. Smentita anche la presenza di bare galleggianti nei giorni successivi all’alluvione: “i casi di bare fuoriuscite dal proprio loculo si contano sulle dita di una mano e si è trattato di leggere sporgenze dovute ai rigetto dell’acqua dai tombini”, chiarisce Di Stefano.