Nel fine settimana Faenza si riempie di volontari e giovani da tutta Italia che affollano le strade, badili e carriole in mano. In quel clima la devastazione portata dall’alluvione è allievata dai sorrisi e dalle tante braccia che lavorano. Il silenzio e le macerie di fronte alle case vuote rimangono, almeno in quei momenti, in secondo piano. Ma restano lì. Attraversare la città un mercoledì mattina, a differenza del weekend, è tutt’altra cosa. Ci si rende pienamente conto che Faenza è ancora in parte sconvolta dall’alluvione di martedì 16 maggio. Sono trascorse più di due settimane, ma i danni e i lavori da realizzare sono ancora molti. Polvere e fango continuano a caratterizzare le strade.

Nella zona Borgo, a destra del fiume Lamone esondato in più punti, in via Ragazzini l’acqua ha raggiunto l’altezza dei primi piani, inondandoli del tutto. Evidenti i segni sulle case, come si vede nella foto in alto. Attraversare quest’area della città un mercoledì mattina, in quella che è la nuova devastante quotidianità, è un’altra cosa. Nelle cantine e nei giardini c’è ancora tanto da togliere, di quello già seccato e di quello che è ancora pantano (foto). Molto vasta l’area della città coinvolta dall’alluvione. 

via ragazzini alluvione

Il lunedì mattina, a dare una mano ai residenti, qualcuno comunque c’è. Noi abbiamo incontrato quelli della Misericordia di Roccasecca, in provincia di Frosinone (foto). Tra loro il coordinatore Tommaso Pescosolido, al centro nello scatto. 

misericordia di roccasecca